Distraggo la mia anima di stoffa
con quello che mi capita di fare,
cercando nelle scatole una scusa
per creare ancora confusione.
I lividi scandiscono il dolore
del tempo che ho passato a farmi male,
nascondo dentro un libro le parole
che certe notti provo a cancellare.
E siamo come nuvole di carta
create dalla mano di un bambino,
sospese su di un cielo immaginario
che resterà per sempre in bianco e nero.
Rinchiuso da una porta di sospiri
ho preso in mano l’ultimo disegno.
Cos’è che rende tutto così nero?
Cos’è che non si afferra col pensiero?
Ma tanto il vetro è rotto e così resta
e questo freddo non si può fermare.
Mi copro con le ultime parole
ma non mi danno luce ne calore.
E siamo come nuvole di carta
create dalla mano di un bambino
sospese su di un cielo immaginario
che resterà per sempre in bianco e nero.
Copyright © 2020 Samuele Villini.
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