Ho attraversato la mia vita a bocca aperta con lo sguardo sbalordito di chi guarda le macerie.
Ho costruito con i resti di me stesso
e ho trovato mille scuse per mollare.
Mi sono avvolto come un faro nella nebbia, certi moli forse è meglio non doverli mai trovare.
Ho messo in salvo la mia vita da quel mare e tutto il resto l’ho lasciato a naufragare.
Ho fatto a pugni con me stesso e con il cielo per poi trovarmi chiuso dentro un labirinto.
Le ho prese io ma d’altro canto lo sapevo per i miei sbagli e una chitarra senza fiato.
Vorrei capire cosa c’è tra questi sogni e cosa lascia una speranza che si infrange.
Cosa raccoglie chi raccoglie i propri pezzi e cosa trovano in quell’angolo di cielo.
E ora resta forse un colpo da sparare
o forse ancora solamente il suo rumore da sentire.
Mi guardo intorno per trovare un’emozione dentro l’armadio o forse dentro quel bicchiere.